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Academy of Margins - Lecture by Giovanni Attili

Alla periferia del costruire
Cinque lezioni che indagano l’incontro tra pratiche spaziali ed ecologia

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venerdì, 23 febbraio 2024
museo SMO, San Pietro al Natisone (UD)
Contro l’atrofizzazione degli immaginari territoriali. Il caso di Civita di Bagnoregio
incontro con Giovanni Attili


Civita di Bagnoregio è un piccolo paese dell’Alto Lazio caratterizzato da una strutturale fragilità geomorfologica. La storia di questa terra è sempre stata scandita da morti e rinascite: crolli e ricostruzioni, abbandoni e ripopolamenti, legami vitali che si strappano e nuove relazioni che si annodano. Si tratta di una capacità di adattamento, costantemente rinnovata, che oggi vacilla di fronte all’irrompere di un fenomeno che sta mettendo in pericolo l’esistenza del borgo. Parliamo di un turismo di massa che sta producendo lacerazioni violente. Un processo attraverso cui la mercificazione ha finito col fagocitare ogni ambito del vivere. In questa nuova tragica frontiera dell’irrimediabile, Civita ha espulso la vita e la sua capacità di rigenerazione. Quell’abitare, un tempo cucito saldamente alla terra, si sta sfaldando, nell’assenza di azioni capaci di gettare avanti, nel futuro, l’esistente.

Rispetto a questo scenario apparentemente irreversibile, può l’arte svolgere un ruolo riparatore? Il Festival “Civitonia. Riscrivere la fine o dell’arte del capovolgimento” prova a fornire alcune risposte. Innanzitutto prova a fare breccia nella cappa del disincanto che avvolge Civita, invitando un gruppo di artistə a fertilizzare immaginari di futuro alternativo. A partire dalla necessità di squarciare il modello di sfruttamento che condanna Civita a pensarsi senza alternative, il Festival si pone l’obiettivo di dilatare lo spettro del possibile, permettendo un necessario contatto con l’altrimenti. Un obiettivo certamente ambizioso, perseguito anche attraverso un movimento giocoso e situazionista. Per espandere la sua portata poetica e politica, il Festival, infatti, decide di non accadere, mettendo in tensione alcune delle più importanti questioni che impattano il futuro dei territori e il mondo della produzione culturale.

→ Giovanni Attili è professore associato di Urbanistica presso l’Università La Sapienza di Roma dove insegna “Sviluppo Sostenibile dell’Ambiente e del Territorio” e “Analisi Ambientale dei Sistemi Urbani e Territoriali”.
È da anni impegnato nella costruzione di sperimentazioni nel campo dell’analisi urbana e nella costruzione di processi progettuali capaci di favorire lo sviluppo del legame sociale attraverso relazioni di mutuo apprendimento e scambio di sapere. Tali sperimentazioni mettono in forma pratiche di ricerca-azione di tipo collaborativo e artistico capaci di catalizzare contesti di immaginazione territoriale.
Tra le sue pubblicazioni: Rappresentare la città dei Migranti (Jaca Book), Where strangers become neighbours (Springer, con L. Sanderock), Multimedia Explorations in Urban Policy and Planning (Springer, con L. Sandercock), Civita. Senza aggettivi e senza altre specificazioni (Quodlibet), Civitonia. Riscrivere la fine o dell'arte del capovolgimento (Neroeditions, con S. Calderoni).

Civita di Bagnoregio is a small town in Northern Lazio characterised by a structural geomorphological fragility. The history of this land has always been marked by deaths and rebirths: collapses and reconstructions, abandonments and repopulations, vital bonds that are torn and new relationships that are knotted. It is a constantly renewed ability to adapt, which today falters in the face of the eruption of a phenomenon that is endangering the existence of the village. We are talking about mass tourism that is producing violent lacerations. A process through which commodification has ended up engulfing every area of ​​life. In this new tragic frontier of the irremediable, Civita has expelled life and its capacity for regeneration. That dwelling, once firmly sewn to the earth, is falling apart, in the absence of actions capable of throwing what exists forward into the future.

Compared to this apparently irreversible scenario, can art play a restorative role? The Festival “Civitonia. Rewriting the end or the art of reversal” tries to provide some answers. First of all, it tries to break through the cloak of disenchantment that envelops Civita, inviting a group of artists to fertilize imaginaries of an alternative future. Starting from the need to break through the model of exploitation that condemns Civita to think of itself as without alternatives, the Festival aims to expand the spectrum of the possible, allowing a necessary contact with the otherwise. A certainly ambitious objective, also pursued through a playful and situationist movement. To expand its poetic and political scope, the Festival, in fact, decides not to happen, putting into tension some of the most important issues that impact the future of the territories and the world of cultural production.

→ Giovanni Attili is associate professor of Urban Planning at La Sapienza University of Rome where he teaches "Sustainable Development of the Environment and Territory" and "Environmental Analysis of Urban and Territorial Systems".
He has been engaged for years in the construction of experiments in the field of urban analysis and in the construction of design processes capable of encouraging the development of social bonds through relationships of mutual learning and exchange of knowledge. These experiments put into form collaborative and artistic action-research practices capable of catalyzing contexts of territorial imagination.
Among his publications: Representing the city of Migrants (Jaca Book), Where strangers become neighbors (Springer, with L. Sanderock), Multimedia Explorations in Urban Policy and Planning (Springer, with L. Sandercock), Civita. Without adjectives and without other specifications (Quodlibet), Civitonia. Rewriting the end or the art of reversal (Neroeditions, with S. Calderoni).